#ELEZIONIEUROPEE2019

#Elezionieuropee2019: La Primavera dell’Europa

Scuotere la partecipazione attiva degli italiani, soprattutto dei giovani, alla vita dell’Unione europea in vista delle imminenti elezioni europee. “Primavera dell’Europa” è l’iniziativa promossa dalla Rappresentanza in Italia della Commissione Europea, una dieci giorni (dal 19 al 29 marzo) durante la quale si terranno dibattiti nelle scuole e nelle università e incontri con il pubblico. Il tutto nel quadro delle Giornate FAI e dei siti culturali, storici e ambientali, beneficiari dei fondi europei. La Primavera dell’Europa coprirà tutta l’Italia e vedrà attivi gli enti europei a livello locale: i Centri di Informazione Europe Direct (EDIC), i Centri di Documentazione Europea (CDE) e la rete Eurodesk per i giovani.

Cosa prevedono gli incontri

Oltre 100 scuole italiane organizzeranno eventi per gli studenti del 4° e 5° anno degli istituti superiori, durante i quali ex studenti Erasmus, giovani volontari e membri di associazioni giovanili svolgeranno un ruolo importante per sensibilizzare i ragazzi riguardo alle sfide odierne che affronta l’Europa. Gli incontri nelle università e gli eventi pubblici avranno lo scopo di coinvolgere il pubblico in dibattiti sulle politiche europee e sulle prossime scadenze elettorali.
L’iniziativa sarà protagonista anche durante le Giornate FAI del 23 e 24 marzo nel corso delle quali oltre trenta siti culturali e ambientali, che beneficiano dei finanziamenti europei, saranno aperti al pubblico a testimonianza dell’impegno dell’Unione europea nei confronti della tutela e della valorizzazione del patrimonio culturale italiano.
In tutti gli eventi, sarà centrale la campagna Stavoltavoto.eu, attraverso la quale l’Unione europea sta cercando di rendere i cittadini europei dei veri e propri attivisti, generando una sorta di reazione a catena che coinvolga sempre più persone e le spinga alle urne il prossimo maggio. Secondo gli ultimi dati, 150 mila sono gli iscritti alla piattaforma di Stavoltavoto.eu, di cui 15 mila sono italiani, secondi solo ai tedeschi per numero di attivisti.

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