Covid-19

SURE: altri 9 miliardi a sette Stati Membri

#StrongerTogether

Sulla scia dell’ormai motto di battaglia “StrongerTogether”, la Commissione Europea, il 16 marzo scorso, ha emesso la quinta tranche di obbligazioni sociali nell’ambito dello strumento SURE. Si tratta della seconda per il 2021, per una portata di 9 miliardi di euro con scadenza a giugno 2036, distribuiti a ben 7 Stati Membri.

I destinatari ed i protagonisti dell’operazione sono la Repubblica ceca, con un importo pari a 1 miliardo (è la prima volta che il Paese usufruisce di tale strumento), la Spagna con 2,87 miliardi, la Croazia con 510 milioni, l’Italia con 3,87 miliardi, la Lituania con 302 milioni, Malta con 123 milioni e, infine, la Slovacchia 330 milioni di euro.

SURE: di cosa si tratta?

È uno strumento proposto dalla Commissione, adottato formalmente dal Consiglio Europeo nella seduta del 19 maggio 2020; è volto ad attenuare i rischi di disoccupazione dovuti alla pandemia da Covid-19, finanziando le casse integrazione dei Paesi Membri in vista delle repentine oscillazioni della spesa pubblica.
Fornirà assistenza finanziaria, pari a 100 miliardi di euro, sotto forma di prestiti, concessi dalla stessa Unione Europea, agli Stati a condizioni favorevoli, che contribuiranno alla copertura dei costi direttamente connessi al finanziamento dei regimi nazionali di riduzione dell’orario lavorativo e delle misure analoghe adottate in risposta alla pandemia.

Che cosa sono i regimi di riduzione dell’orario lavorativo?

Sono programmi che, in determinate circostanze, consentono alle aziende in difficoltà economiche di ridurre temporaneamente l’orario di lavoro dei loro dipendenti, ai quali viene erogato un sostegno pubblico al reddito per le ore non lavorate. Regimi analoghi si applicano ai lavoratori autonomi.
SURE, pertanto, si impegna a fornire un supporto supplementare europeo per finanziare tali programmi contribuendo a proteggere i posti di lavoro. Al tempo stesso, intende sostenere i redditi delle famiglie, preservare la capacità produttiva e il capitale umano delle imprese e dell’economia.

In che modo la Commissione ottiene e fornisce tali finanziamenti?

È bene premettere che, qualora uno Stato Membro, intenda ricorrere ad una simile assistenza debba farne esplicita richiesta.
A quel punto, la Commissione Europea contrarrà una serie di prestiti sui mercati finanziari, che sarebbero poi concessi a condizioni favorevoli: gli Stati beneficerebbero, quindi, del buon rating di credito dell’Unione Europea e di bassi costi di finanziamento.
Le medesime operazioni di mercato saranno coperte da un apposito sistema di garanzie volontarie, poste in essere dai Paesi nei confronti dell’UE. Le obbligazioni emesse, nell’ambito di tale strumento sono noti con l’etichetta di “obbligazioni sociali” per assicurare agli investitori il rispetto dello scopo sociale per il quale i fondi mobilitati sono realmente destinati.

Avanti tutta!

Da quanto si apprende dal Comunicato stampa dell’istituzione, nel corso del 2021, la Commissione continuerà ad adoperarsi per reperire oltre 25 miliardi di euro attraverso l’emissione delle obbligazioni SURE.
Johannes Hahn, Commissario responsabile per il Bilancio e l’amministrazione, ha dichiarato: “Con la quinta emissione di obbligazioni nell’ambito di SURE, ad oggi abbiamo erogato 62,5 miliardi di euro a 16 Stati Membri per aiutare le loro economie e i loro cittadini a riprendersi dalla crisi causata da COVID-19. Il programma SURE dimostra, ancora una volta, l’impegno dell’UE per aiutare gli Stati Membri ad attenuare l’impatto sociale della pandemia. Il sostegno continuerà.”

Martina Cassano

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