La Bielorussia alimenta l’idea di una nuova cortina di ferro
Tutti ricordiamo le manifestazioni di Minsk che da maggio del 2020 a gennaio del 2021 hanno scosso la Bielorussia. I cittadini sono scesi per mesi in piazza contro il Presidente della Repubblica Aleksandr Lukašenko, per protestare contro la non correttezza delle elezioni politiche tenutesi ad agosto, che lo hanno riconfermato, ininterrottamente dal 1994, per la sesta volta.
Bielorussia: uno stato tra due giganti
Dopo le elezioni di agosto le proteste si sono moltiplicate, soprattutto da parte di giovani e donne, che hanno manifestato perché le elezioni si svolgessero nuovamente, ritenendo che ci fossero stati brogli. In tutta risposta, Lukašenko ha schierato la guardia nazionale davanti al palazzo presidenziale insediandosi in segreto il 23 settembre.
I maggiori osservatori internazionali hanno dichiarato che le elezioni in Bielorussia non sono state né giuste né libere. Freedom House, oggi, considera la Bielorussia un paese non libero, con un punteggio di appena 19/100.
L’Alto Rappresentante per gli Affari Esteri dell’Unione Europea Josep Borrell, in una dichiarazione ufficiale del 23 settembre 2020, ha affermato che le elezioni del 9 agosto 2020 non erano né corrette né libere, e che l’Unione Europea non ne riconosce i risultati falsificati. Precedentemente, il 17 agosto 2020, il Parlamento europeo ha dichiarato di non riconoscere l’elezione di Lukašenko e di ritenerlo persona non grata nell’Unione Europea.
La Russia di Vladimir Putin, viceversa, riconosce e supporta l’attività politica di Lukašenko.
Il dirottamento aereo
Il 23 maggio 2021 Lukašenko ordina il dirottamento dell’aereo Ryanair 4978 che copriva la tratta Atene-Vilnius a bordo del quale vi erano il giornalista di opposizione Roman Protasevich e la fidanzata Sofia Sapega. L’aereo viene intercettato da un caccia bielorusso e fatto atterrare all’aeroporto di Minsk. Il presidente bielorusso per giustificare tale azione ha utilizzato un pretesto palesemente falso, cioè quello della presenza di una bomba a bordo, al solo scopo di poter catturare ed imprigionare l’oppositore politico. Tale modus operandi ricorda molto quello di Putin nei confronti di Alexei Navalny.
Roman Protasevich, oppositore del governo Lukašenko fin dal 2010, durante le elezioni del 2020 gestiva un canale di libera informazione, Nexta, allo scopo di mostrare al mondo le violenze del regime al potere. Più volte il governo bielorusso ha tentato di oscurarne i contenuti, ma questo non ha fatto altro che aumentare le visualizzazioni e il potere mediatico di quest’ultimo. Protasevich era, dunque, visto come un pericolo per la stabilità, in quanto personaggio fondamentale all’interno del movimento di opposizione. Il 25 maggio 2021 un canale telegram filogovernativo diffonde uno strano video in cui Protasevich afferma di stare bene ed invita alla calma. Appare opportuno sottolineare che nel video il suo volto è visibilmente tumefatto
Le reazioni dell’Unione Europea
L’Unione Europea non si è fatta attendere nel reagire. In seguito agli avvenimenti che hanno coinvolto il giornalista ventiseienne su un vettore che collegava due aeroporti europei è stato convocato un Consiglio Europeo per discutere il da farsi. A caldo il Presidente del Consiglio Europeo ha definito quanto accaduto uno scandalo internazionale.
Nella seduta del 24 maggio 2021 il Consiglio Europeo ha emesso un comunicato nel quale tra le altre cose invita vettori europei a non sorvolare la Bielorussia ed esige che Roman Protasevich e Sofia Sapega siano immediatamente rilasciati. Inoltre, si invita il Consiglio a adottare ulteriori sanzioni economiche ed in particolare l’Alto Rappresentante a presentare nuove proposte a tal fine.
A questo proposito appaiono rilevanti anche le intenzioni fatte trapelare dall’entourage del Presidente della Repubblica Francese Emmanuel Macron in merito alla possibilità di far partecipare una rappresentanza dell’opposizione bielorussa al prossimo G7, così come richiesto dalla leader in esilio dell’opposizione Svetlana Tikhanovskaya su Twitter.
Conclusioni: l’Ue non è sicura?
Seppur l’Unione Europea sia intervenuta in maniera estremamente tempestiva attivando sanzioni ed isolando la Bielorussia, non appare esattamente confortante il fatto che uno stato estero possa riuscire a dirottare un volo comunitario. La presenza di un gigante estremamente aggressivo in politica estera al confine, sicuramente rende l’Unione impossibilitata ad agire in determinati contesti, nel momento in cui si voglia evitare un’escalation. Tuttavia, il dovere dell’Unione è riuscire ad essere più forte in questi ambiti, per evitare che queste situazioni si possano creare. Quanto accaduto con Navalny e quanto sta accadendo adesso con Protasevich e Sopega, ci riporta indietro nel tempo. L’Unione deve rimanere garante di diritti e democrazia per i suoi cittadini ed in generale per chi attraversa il suo territorio, al di là delle relazioni di buon vicinato con chi tali diritti non li rispetta. A questo proposito, bisognerà seguire l’evoluzione dei rapporti con la Russia, in quanto, nelle conclusioni della seduta del 24 maggio si afferma “Il Consiglio europeo ribadisce il proprio impegno a favore dei cinque principi che guidano la politica dell’UE nei confronti della Russia. Invita l’alto rappresentante e la Commissione a presentare una relazione contenente opzioni strategiche sui rapporti UE-Russia in linea con tali principi, in vista della sua riunione del giugno 2021.”