Relazioni esterne

Visegrád: il blocco anti-Europa che vuole il cambiamento e dice sì all’interesse nazionale

gruppo di visegrad unione europea
Fonte: L’Antidiplomatico

L’Europa di Visegrád c’è e si vede. È il blocco orientale che risponde al nome di Ungheria, Polonia, Repubblica Ceca e Slovacchia. Il V4, il blocco di Stati che sta già pensando di aumentare le spese militari – come riporta l’analista ungherese Jozsef Horvath in un’intervista all’emittente radiofonica pubblica Kossuth – per ‘non indebolire ulteriormente le forze armate’ ha spiegato, dopo il ‘deterioramento delle relazioni tra la Nato e la Russia’. E secondo i 4 i tempi sono giusti per un ‘vento di cambiamento’.
Dalla politica commerciale a quella migratoria, passando per l’interesse della nazione: un blocco anti-Europa che sembra intenzionato ad affermare le proprie posizioni anche in seno alle istituzioni europee. Durante la riunione dello scorso 26 gennaio a Budapest, i 4 hanno infatti confermato la loro comune opposizione al ricollocamento dei richiedenti asilo attraverso un sistema di quote obbligatorie (contro cui si sono negli anni strenuamente battuti). Già nel 2015, i ministri di Slovacchia e Ungheria, avevano votato in seno al Consiglio dell’Unione europea contro la misura temporanea di ricollocamento dei migranti.
Il tema dell’immigrazione e dei richiedenti asilo è un tema caldo ed in evoluzione. Tema su cui, inoltre, l’attuale presidenza bulgara di turno del Consiglio Ue sta cercando di riformare il regolamento di Dublino entro la fine del mandato. Occorrerà aspettare il Summit di maggio a Sofia per conoscere l’evoluzione della questione.

I 4 di Visegrád: un blocco anti-Europa

L’onda euroscettica e l’emergere di nuovi nazionalismi ha riportato al centro delle questioni il gruppo di Visegrád, costituitosi nel febbraio del 1991 con l’obiettivo di perseguire priorità condivise, tra cui la loro sicurezza dal punto di vista nazionale ed europeo e di promuovere l’integrazione del gruppo all’interno dell’Unione europea. Approccio che tuttavia si è rivelato fallimentare nel dialogo con Bruxelles, che passò direttamente a trattative con i singoli Paesi, e più proficuo invece sul piano interno dei singoli sia in campo culturale che economico. I Paesi del V4 sono alcuni degli Stati del continente europeo a rimanere fermi nel loro desiderio di mantenimento delle proprie identità native, cristiane e una dimensione di sovranità nazionale molto forte. Il funzionamento del Gruppo Visegrád si basa su riunioni periodiche dei rappresentanti degli Stati membri: le riunioni ministeriali si svolgono su base annuale e, a partire dal Summit ufficiale di luglio 2017 fino a quello che si terrà a giugno 2018, la presidenza del V4 spetta all’Ungheria. L’attuale Primo ministro ungherese, Viktor Orbán, secondo la visione dei 4 che sottolineano il concetto di sovranità statale, si pone come leader anti-Europa, affermando con forza che ‘la domanda del prossimo decennio’ sarà se ‘l’Europa apparterrà agli europei’. Dichiarazione che è stata considerata dagli esponenti dei maggiori partiti europei come un vero e proprio attacco alla democrazia europea.
Sempre stando alle dichiarazioni dello stesso Orbán, l’evento politico più importante del 2017 è stato l’inizio di una cooperazione sempre più coesa fra i quattro che, per questo, hanno acquistato maggiore influenza sulla politica e sulle decisioni europee. Attualmente il blocco di Visegrád racchiude nei suoi confini circa 65 milioni di europei: insieme hanno un peso di popolazione pari a quello della Francia, una delle nazioni più popolose dell’Unione.

 

Ilaria Capparella, Alessia Pandolfi, Federica Sacco

 

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