Relazioni esterne

Europa e geopolitica, la visione di Dario Fabbri: “Una cornice dove gli Stati-nazione perseguono gli interessi nazionali”

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“L’Europa è una cornice nella quale gli Stati-nazione perseguono i loro interessi nazionali”. È questo il punto di vista di Dario Fabbri, analista geopolitico e Editor di Limes, ospite dell’incontro “Confronto sulla geopolitica europea da prospettive diverse: il geografo, l’analista e lo storico” organizzato durante la settimana Dialoghi sull’Europa presso il Dipartimento di Scienze Politiche dell’Università Sapienza di Roma il 26 marzo scorso e con la partecipazione di Luca Micheletta e Edoardo Boria.

Europa: un’idea americana

Punto di partenza dell’incontro, l’integrazione europea come “un’idea esogena, profondamente americana” nata dalla necessità per gli Stati Uniti di creare, alla fine della Seconda Guerra Mondiale, “un nucleo che servisse di fatto agli americani per gestire meglio lo spazio di influenza che era l’Europa occidentale”. Un nucleo che sarebbe partito da Francia e Germania, due nazioni che si sono fatte tre guerre in settant’anni, ma sul quale gli americani avevano lavorato “nemmeno troppo”. Un’idea di Europa, quella di Dario Fabbri, che ricorda inoltre che l’Europa “non è un soggetto geopolitico” o comunque lo è “soltanto per l’origine”. Questo perché “i soggetti classici di geopolitica attuale restano, al di là delle varie previsioni, lo Stato-nazione e l’impero”. Da qui il punto sull’Unione europea che “non è uno Stato-nazione” secondo Fabbri, “perché non ha una caratteristica principale della formazione di uno Stato-nazione”, vale a dire che “non è stato formato attraverso la violenza”.

Tradizioni, lingua, popolazioni

Infine, il tema delle tradizioni dei popoli e della lingua comune che, in prospettiva geopolitica, Fabbri sottolinea come “non si possa immaginare una lingua prevalente nell’Unione europea”, l’inglese. E anche se si riuscisse a farlo, l’inglese “appartiene ad una nazione che sta lasciando lo spazio comunitario”, sottolinea Fabbri. Il punto di vista geopolitico in questo senso è che “non esiste nessun legame nazionale fra le nazioni, cioè fra le popolazioni che compongono l’Unione europea”. Élite a parte, i cittadini europei “hanno un’identità molto forte” e non sono così disposti a scambiarla con quella degli altri. Un’opzione che concili tutto? “Rimanere in Europa, ma immaginandola per quello che è”. La conclusione di Fabbri, il compromesso che potrebbe permettere di superare l’impasse Europa che, a detta di Fabbri, “ci impedisce di tornare grandi”.

 

Daria Lavrova

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