Partiti politici europei: in Gazzetta il nuovo regolamento sul finanziamento. Un’occasione di democraticità per l’Ue?
Le istituzioni europee scaldano i motori in vista delle elezioni che si terranno nel 2019. A tal proposito, lo scorso 3 maggio è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il nuovo regolamento che modifica il vecchio del 2014 sul finanziamento pubblico dei partiti e delle fondazioni politiche europee.
Perché era necessaria una modifica della normativa
Tra le motivazioni principali che hanno portato a varare i nuovi provvedimenti c’è sicuramente la volontà di rispondere alle critiche di assenza di trasparenza e di deficit democratico evidenziate dall’opinione pubblica. A dimostrazione di come la volontà delle istituzioni sia quella di contrastare le critiche, la procedura legislativa ordinaria per la stesura del nuovo regolamento è stata conclusa in tempi molto brevi: approvato dal Parlamento europeo il 17 aprile ed il successivo 26 aprile dal Consiglio. Una sinergia testimoniata anche dalle parole del viceministro per la presidenza bulgara del Consiglio dell’Ue, Monika Panayotova, che ha confermato “le posizioni affini su questo fascicolo” di Parlamento e Consiglio, che hanno consentito di “giungere rapidamente ad un accordo” con l’obiettivo di “porre fine agli abusi, garantire una maggiore equità nei finanziamenti e accrescere la trasparenza e la partecipazione consapevole dei cittadini, in vista delle elezioni del Parlamento europeo del prossimo anno.”
Le modifiche: criteri più severi e regole più duri
Per quanto riguarda la formazione di un partito politico europeo, bisognerà attenersi a criteri molto più scrupolosi. D’ora in avanti soltanto i partiti, e non più i singoli individui, potranno sponsorizzare la creazione di un partito politico. Inoltre, viene proibita l’adesione a più di un partito. Il nuovo regolamento prevede poi una distribuzione più proporzionale dei finanziamenti: l’importo fisso percepito dai partiti dal bilancio dell’Ue sarà ridotto dal 15% al 10%. La rimanente quota maggiore del bilancio (90%) verrà distribuita in proporzione al numero di deputati del Parlamento europeo di ogni partito. Inoltre, sarà possibile accedere in maniera più semplificata ai fondi grazie ad un abbassamento del requisito di cofinanziamento, che scenderà dal 15% al 10% per i partiti politici europei e al 5% per le fondazioni politiche europee. Le modifiche approvate prevedono, soprattutto, un’applicazione più rigorosa. Le nuove norme consentiranno, in alcuni casi, di recuperare i finanziamenti dai responsabili di abusi dei fondi europei e, inoltre, prevedono la cancellazione semplificata dal registro di quei partiti che hanno fornito informazioni false. Per rispondere alla domanda di maggiore trasparenza, in futuro i partiti politici europei potranno ricevere finanziamenti soltanto se i loro partiti, membri nell’Unione europea, avranno pubblicato il logo e il programma del partito politico europeo sui rispettivi siti web.
Una riduzione del deficit democratico?
Superato il primo step dell’approvazione, non ci resta che attendere l’applicazione della normativa. Una regolamentazione così stringente sui finanziamenti pubblici ai partiti europei potrebbe rappresentare un importante banco di prova da cui potranno trarre spunto anche i singoli Paesi membri. L’auspicio dell’Unione è di poter dimostrare come regolamentazione e trasparenza siano la base fondamentale per lo sviluppo di una democrazia sana, in grado di infondere maggiore fiducia nelle istituzioni comunitarie.
