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Brexit: cittadini europei si nasce o si diventa?

diventare cittadini europei

A marzo 2019 il Regno Unito uscirà definitivamente dall’Unione europea con annessi effetti degli accordi post-Brexit. Le negoziazioni portate avanti fino ad ora hanno prodotto risultati molto più rassicuranti sul piano della cittadinanza e scongiurare così l’effetto ‘Brexodus’, ovvero il calo dell’immigrazione nel Regno Unito da parte dei cittadini europeo insieme ad un vasto numero di rientri volontari o trasferimenti in altri Paesi europei. Un numero considerevole di cittadini europei residenti nel Regno Unito ha invece deciso di cominciare le pratiche per il certificato di permanent resident o per la cittadinanza inglese.
Su un piano più concreto, i diritti rimarranno quelli previsti dalle norme comunitarie: dal soggiorno alla parità di trattamento e ai diritti sociali (sanità, istruzione, previdenza). Vengono inoltre assicurate garanzie procedurali eque (costi e tempi per le procedure che non discriminino tra cittadini europei e cittadini inglesi), oltre alla protezione giuridica assicurata dalla giurisprudenza della Corte di Giustizia Europea. Con l’accordo si intende garantire in modo reciproco a tutti cittadini, inglesi ed europei, un effettivo esercizio dei diritti derivanti dal diritto comunitario e una protezione dei diritti acquisiti e delle scelte di vita di ciascun individuo prese sulla base dei diritti conseguenti allo status di cittadino dell’Unione europeo.

Il caso Stephen Huyton

Cosa significa essere cittadino europeo lo sa bene Stephen Huyton. Huyton e la sua famiglia, cittadini inglesi residenti nei Paesi Bassi da 24 anni, si sono rivolti ad un giudice di Amsterdam per veder protetti i loro diritti di cittadini europei, sostenendo che la cittadinanza europea non possa essere revocata. Per Huyton lo status di cittadino europeo può essere riconosciuto anche senza essere legato a uno Stato in particolare. Per il giudice olandese la cittadinanza europea, come dice l’art. 20 del Trattato di Lisbona ‘si aggiunge alla cittadinanza nazionale e non la sostituisce’ e, anche se lo status giuridico dei cittadini inglesi dovrebbe essere considerato sulla base del diritto comunitario stesso, la perdita della cittadinanza europea e dei relativi diritti non dovrebbe essere immediata. Nonostante il Tribunale di Amsterdam abbia ritenuto possibile la perdita della cittadinanza dell’Unione conseguentemente alla perdita della cittadinanza di uno Stato membro, il Tribunale ha deciso di deferire il caso alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea. Il tribunale ha chiesto alla Corte di verificare se la Brexit comporti l’immediata ed automatica decadenza della cittadinanza europea e di tutti i diritti che ne derivano per i cittadini inglesi. Se la Corte dovesse rispondere di no, il Tribunale chiederà alla Corte di decidere anche sulla necessità o meno di ‘condizioni o restrizioni al mantenimento dei diritti e delle libertà derivanti dalla cittadinanza dell’Unione’. Si attende pertanto la decisione della Corte che con ogni probabilità avrà conseguenze in tutta l’Unione, con conseguenze sulle negoziazioni e i diritti di circa 1.22 milioni di britannici residenti nell’Unione e di 3 milioni di cittadini europei residenti nel Regno Unito.

 

Matteo Roncone

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