Brexit: « L’accordo della discordia » sull’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea
“Credo fermamente con la mia testa e il mio cuore che questa è una decisione in linea con i migliori interessi del nostro intero Regno unito”.
I firmly believe with my head and my heart that this is a decision which is in the best interests of our entire United Kingdom. pic.twitter.com/dsOaFAcDgj
— Theresa May (@theresa_may) 14 novembre 2018
Con questo tweet Theresa May, primo ministro britannico, ha annunciato la bozza definitiva dell’accordo sull’uscita del Regno Unito dall’Unione europea. Che l’accordo non abbia suscitato grande entusiasmo nell’opinione pubblica non è una novità. Lo è invece nell’entourage governativa, dove le dimissioni (una dietro l’altra) di sei dei membri della squadra May – tra cui anche Dominic Raab, ormai ex-Ministro per la Brexit – hanno messo il primo ministro di fronte a una situazione difficile. Secondo quanto riporta il Guardian, infatti, Theresa Mary dovrà convincere circa 80 parlamentari, attualmente contrari, sulla validità dell’accordo.
L’accordo verrà ora discusso durante una seduta speciale del Consiglio europeo il prossimo 25 novembre e successivamente, per diventare definitivo, dovrà passare al vaglio del parlamento nazionale britannico e del Parlamento europeo.
Passaggi successivi
Il 29 Marzo 2019 è la data in cui, formalmente, il Regno Unito abbandonerà l’Unione europea. Viene previsto, invece, che il Regno Unito rimarrebbe nel mercato unico e soggetto alle leggi europee fino al dicembre 2020, periodo di transizione rinnovabile per un periodo di tempo non specificato.
Confine Irlandese
Tra i nodi maggiori da sciogliere, rimane la questione del confine irlandese. Secondo i negoziati, infatti, sei mesi prima della fine del periodo di transizione, Irlanda e Regno Unito si impegneranno a trovare un accordo commerciale (se il periodo di transizione verrà prorogato). Nel caso in cui l’accordo non dovesse andare in porto, la soluzione prevista potrebbe essere l’unione doganale.
Diritti dei cittadini europei
Per quanto riguarda i cittadini europei e i britannici, così come i loro membri familiari, potranno continuare a lavorare e studiare godendo dello stesso trattamento previsto dalla loro legislazione nazionale. Nello specifico, l’accordo prevede il mantenimento del trattamento per tutti i cittadini acquisiti prima che il periodo di transizione termini, mentre la libera circolazione delle persone verrà garantita fino al raggiungimento dell’accordo finale.
Il conto
Per quanto riguarda gli obblighi finanziari del Regno Unito con gli Stati dell’Unione europea, la bozza dell’accordo non menziona una cifra precisa. L’accordo include la metodologia per calcolare l’ammontare degli obblighi che, stando agli osservatori, si aggirerebbe sui 50 miliardi di sterline. Secondo le stime, infatti, il prezzo da pagare per il governo inglese non impatterebbe solo a livello finanziario, ma anche in termini politici e, stando agli ultimi sondaggi, la May si troverebbe ai minimi storici di gradimento. Una situazione delicata che non migliora nei sondaggi sulle intenzioni di voto secondo i quali la maggioranza di cittadini inglesi si dichiara favorevole a rimanere all’interno dell’Unione, un risultato che capovolge così i risultati espressi dal referendum del giugno 2016.
