Brexit

A che punto siamo con la Brexit, tra rassicurazioni e Piano B

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A poche settimane da quella che dovrebbe essere la (forse) definitiva uscita del Regno Unito dall’Unione europea, il nodo Brexit sembra non sciogliersi, ma anzi Theresa May fatica a trovare una soluzione che possa andar bene a tutte le parti, nonostante la fiducia confermata dal Parlamento lo scorso 16 gennaio. Dopo la bocciatura da parte di Westminster dell’Accordo con l’Ue , la May ha avviato gli incontri con i deputati di tutti i partiti per trovare un compromesso accettabile da buona parte dei deputati. Oggi la May presenterà quindi il Piano B che dovrà poi essere votato il 29 gennaio.

Ma cosa è successo prima tra la May e l’Unione europea?

Il 14 gennaio il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, e il presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk, hanno inviato una lettera di risposta a Theresa May per fornire alcuni chiarimenti sull’Accordo sul recesso del Regno Unito dall’Unione europea dello scorso novembre. La lettera è stata una risposta a una precedente comunicazione della May con la quale aveva informato i due leader europei come l’accordo raggiunto rappresentasse un equo compromesso per le due parti (“The agreement we reached represents a fair compromise”). Nella stessa comunicazione, la May aveva fatto anche il punto sull’Irlanda del Nord – una delle questioni più spinose dell’Accordo – sottolineando come il cosiddetto Accordo del Venerdì Santo del 1998 (il Good Friday Agreement) fosse un risultato da non mettere a repentaglio neanche come possibile strumento per successive negoziazioni tra l’Unione europea e il Regno Unito sui temi ancora da affrontare, in particolare, quello del commercio.

Da parte dell’Ue, Commissione e Consiglio hanno ribadito che l’Accordo per l’uscita della Gran Bretagna dall’Ue e il relativo protocollo allegato sull’Irlanda del Nord non sostituiranno quanto previsto dall’Accordo del Venerdì Santo.
Theresa May aveva, inoltre, chiesto chiarimenti riguardo la relazione tra l’Accordo per l’uscita e la Dichiarazione politica siglata tra i 27 Capi di Stato o di Governo in sede di Consiglio europeo straordinario dello scorso novembre. Tusk e Juncker hanno, pertanto, replicato che la relazione giuridica tra i due documenti è prevista dall’art.184 dell’Accordo e dal paragrafo 138 della Dichiarazione politica.
Infine, Juncker e Tusk hanno rassicurato il premier britannico sulla loro disponibilità a firmare l’Accordo sul recesso della Gran Bretagna non appena il Parlamento inglese si sarà espresso positivamente.
Non resta che attendere le prossime ore.

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