In Ungheria arriva il “golpe” di Orbán

Il Primo Ministro Viktor Orbán è stato investito dei pieni poteri per fronteggiare l’epidemia di Covid-19. Tutto ciò è avvenuto attraverso l’approvazione di una legge speciale (137 voti a favore, 53 contrari e zero astenuti) che, oltre a prolungare lo stato di emergenza, ha mandato in quarantena anche la democrazia.
La legge sull’emergenza: poteri straordinari a Orbán
Al fine di contenere il diffondersi della malattia da Covid-19, molti Paesi stanno riconoscendo ai loro esecutivi poteri straordinari, ma in Ungheria è stato sorpassato ogni confine, giungendo ad una vera e propria sospensione dei principi democratici.
La nuova legge è stata approvata grazie al voto favorevole dei deputati di Fidesz (Unione Civica Ungherese) – il partito di maggioranza sovranista (di cui Orbán è il leader) – e di alcuni rappresentanti dell’estrema destra.
Ciò permetterà a Viktor Orbán di governare per decreto, acquisendo poteri straordinari rinnovabili senza limite. Il premier magiaro potrà chiudere il Parlamento per un periodo a sua discrezione, e potrà cambiare o sospendere sia le leggi esistenti che le elezioni. Come se non bastasse, potranno esprimersi sulla pandemia solo fonti ufficiali, mentre coloro che verranno accusati dall’esecutivo di diffondere fake news potranno essere condannati con pene fino a cinque anni di prigione.
La reazione dell’opposizione
L’opposizione ha provato ad inserire una limitazione temporale di 90 giorni, scontrandosi tuttavia con il rifiuto da parte del primo ministro. “Oggi inizia la dittatura senza maschera di Orbán”, ha detto il leader dei socialisti ungheresi Bertalan Toth, commentando la legge approvata. Una dura reazione è giunta perfino da Tamás Sneider presidente del Jobbik, partito nazionalconservatore, che ha parlato di “colpo di Stato”.
Orbán: il leader “illiberale”
Salito al potere nel 2010, con una maggioranza (263 seggi su 386) raggiunta grazie alla sua coalizione con il Partito Popolare Cristiano Democratico, è oggi alla sua terza legislatura consecutiva. Le sue riforme costituzionali e legislative sono da sempre controverse. Dallo spiccato carattere euroscettico, Viktor Orbán, ha attirato una forte attenzione mediatica per le sue distorsioni del diritto europeo che è culminata nella sospensione, ancora oggi prevista, dei 13 europarlamentari del partito Fidesz dal PPE (Partito Popolare Europeo) nel Marzo del 2019. Nel Settembre dello stesso anno il Parlamento europeo ha invocato contro l’Ungheria l’art. 7 del TUE che prevede la clausola di sospensione ai diritti di adesione all’Unione nel caso di violazione grave e persistente dei principi fondamentali dei quali si fa promotrice. Orbán potrà contare solo sul suo partner, la Polonia, per impedire che venga raggiunta l’unanimità e le sanzioni vengano messe in atto.
Orbán: il ruolo dell’UE
Gli Stati dell’UE stanno reagendo con misure straordinarie al fine di combattere una volta per tutte il virus. Allo stesso tempo, mai come ora è richiesta la totale collaborazione fra questi. La legge approvata dal Parlamento ungherese rende i critici rapporti tra Bruxelles e Budapest ulteriormente a rischio. Nonostante le innumerevoli critiche provenienti da esponenti politici internazionali ed europei, le istituzioni europee non esprimono altro che un leggero richiamo ad Orbán, il che è giustificabile date le sfide che si trovano costrette ad affrontare.
Le reazioni delle istituzioni europee
Il Consiglio europeo aveva previsto un possibile richiamo all’Ungheria, qualora il suo “stato d’emergenza” avesse assunto caratteri indefiniti.
La presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, sulla stessa linea, ha commentato i recenti avvenimenti: “le misure di emergenza devono essere limitate a quanto è necessario e strettamente proporzionato” ed aggiunge “I governi sono soggetti a regolare controllo. La Commissione europea seguirà da vicino l’applicazione delle misure di emergenza in tutti gli Stati membri”. Donald Tusk, presidente dei Popolari europei si è limitato a sottolineare:“Orbán è un amico, ma non condivido i valori che rappresenta”.
Le reazioni in Italia
La vicenda ungherese ha suscitato pareri contrastanti anche in Italia. Da un lato il Partito Democratico, come anche Italia Viva, hanno condannato le misure adottate in Ungheria, appellandosi ad un intervento immediato da parte delle istituzioni europee; dall’altro, i sovranisti di Lega e Fratelli d’Italia hanno manifestato il loro pieno supporto ad Orbán, con un personale augurio via Twitter da parte di Matteo Salvini.