La lezione del Portogallo sui migranti

La svolta del Portogallo. In un momento di crisi come quello che sta colpendo l’Europa, la questione migratoria, che da tempo divide i paesi membri dell’Unione, dopo essere passata in secondo piano rispetto all’emergenza provocata dall’epidemia di Covid19, sta assumendo di nuovo un ruolo di primo piano in alcuni paesi.
L’esperienza del Portogallo
È il caso del Portogallo che, in controtendenza rispetto a molte altre nazioni, ha deciso di regolarizzare i migranti clandestini per poter garantire l’accesso anche agli ultimi all’assistenza sanitaria.
La decisione, che è stata presa negli ultimi giorni, sta facendo discutere le cancellerie europee ma bisogna ricordare che non è un tema nuovo per il paese iberico.
Già in passato infatti il presidente Costa aveva ipotizzato la regolarizzazione dei clandestini per far fronte al calo demografico del paese, ma ora la decisione assume un significato più ampio anche da un punto di vista umanitario.
Una scelta nell’interesse di tutti
Tale provvedimento è motivato dagli avvenimenti dello scorso mese, quando, dopo aver mostrato segni di malessere alcuni lavoratori di origine nepalese sono fuggiti dopo essere stati messi in quarantena temendo ripercussioni da parte del governo, in quanto sprovvisti di un regolare permesso di soggiorno.
Per poter far fronte a questa emergenza il governo portoghese ha pertanto deciso di concedere temporaneamente, fino al 1 luglio 2020, il permesso di soggiorno agli immigrati che ne avevano già fatto richiesta, consentendogli di accedere al sistema sanitario specialmente in caso di contagio.
Una decisione presa sia per ragioni umanitarie sia per monitorare al meglio la diffusione del virus, salvaguardando così la sicurezza collettiva anche se al momento il paese sembra essere riuscito a contenere l’emergenza sanitaria registrando numeri più bassi rispetto alla Spagna e ad altri paesi.
Le reazioni ufficiali
La portavoce del ministro degli Interni, Claudia Veloso ha infatti dichiarato che “in questa emergenza i diritti dei migranti devono essere garantiti”.
I riconoscimenti non sono di certo venuti a mancare: Richard Danziger, direttore regionale dello IOM, l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni ha affermato che il dovere di una società solidale, soprattutto in tempi di crisi è di garantire l’accesso alla salute e alla sicurezza sociale ai più fragili.
Portogallo e Italia: confronto a distanza
Tale provvedimento è stato adottato dal Portogallo per aggirare la lentezza, che caratterizza l’apparato burocratico lusitano, e solleva interrogativi tra gli altri stati dell’Unione, che in alcuni casi hanno portato avanti negli ultimi anni politiche contrastanti. È il caso dell’Italia dove oltre alla lentezza burocratica, il rilascio di un permesso di soggiorno per motivi umanitari ai richiedenti asilo è reso ancora più lento e complicato dal decreto sicurezza dell’ex Ministro dell’interno Matteo Salvini. Forse l’Italia potrebbe prendere spunto da questa decisione e applicare delle semplificazioni nel processo di regolarizzazione dei migranti.
I tempi del Coronavirus rendono ancor più necessario e urgente l’intervento del Governo, perché adesso alle buone ragioni della sanatoria si aggiungono anche le esigenze di tutela della salute collettiva, compresa quella delle centinaia di migliaia di migranti privi del permesso di soggiorno, che non hanno accesso alla sanità pubblica.