Ursula von der Leyen: “l’UE chiede scusa all’ Italia”

La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, durante la seduta del Parlamento europeo sul coronavirus chiede scusa all’Italia per la mancata assistenza iniziale.
La distanza dell’Ue: il “mea culpa” dell’Unione
L’Italia è stato il primo paese europeo maggiormente colpito dal Covid-19, ed inizialmente si è ritrovata ad affrontare questa battaglia in solitudine.
L’Unione europea, infatti, agli occhi di molti italiani è stata la “grande assente” ed è stata avvertita dall’opinione pubblica sempre più distante.
Distanza espressamente confermata da Ursula von der Leyen, la presidente della Commissione europea, che durante la seduta del Parlamento europeo ammette: “È vero che molti erano assenti quando l’Italia ha avuto bisogno di aiuto all’inizio di questa pandemia”.
Le scuse della Presidente von der Leyen
Dopo il “mea culpa”, arrivano le scuse attese da molti italiani: “L’Unione europea ora deve presentare una scusa sentita all’Italia, e lo fa. Ma le scuse valgono solo se si cambia comportamento” dichiara la Presidente.
“C’è voluto molto tempo perché tutti capissero che dobbiamo proteggerci a vicenda. Ma ora l’Ue è il cuore pulsante della solidarietà europea” rassicura a questo punto la Von der Leyen.
Il coraggio di difendere la nostra Unione
In seguito, giunge il monito a non perdere la fiducia nell’ Ue: “Abbiate coraggio di difendere l’Unione europea. Perché questa nostra Unione ci porterà oltre la crisi”.
Un invito – quello della Presidente – a tornare a sentire l’Unione come nostra, come realmente vicina al nostro Paese per riuscire a ritrovare quell’afflato solidaristico che inizialmente era venuto meno.
Poi l’appello all’impegno comune: l’Unione europea “domani sarà forte nella misura in cui ci impegniamo per lei oggi, se vi occorre ispirazione, guardate ai cittadini europei, che stanno insieme con empatia, umiltà e umanità. Rendo omaggio a tutti loro” sottolinea la von der Leyen.
La ripresa secondo Ursula von der Leyen
Una sfida comune quella del coronavirus, che – però – lascia intravedere un percorso di rinascita disomogeneo per gli Stati membri.
Ecco perché la presidente della Commissione evidenzia la necessità di una coesione europea sempre più profonda per continuare ad affrontare questa battaglia: “la pandemia è simmetrica, ma la ripresa non lo sarà, perché lo shock economico di alcune regioni sarà maggiore di quello di altre, perciò la coesione e la convergenza saranno ancora più importanti del passato”.
In definitiva, si prospetta l’esigenza di un’Unione europea che, in risposta alla crisi, sappia guardare alle sue radici per ritrovare un sentire unico.