Halloumi: il futuro della “cheese diplomacy”!
Il 12 aprile scorso, la Commissione europea ha adottato un pacchetto di due misure riguardanti il famoso formaggio di Cipro, il cosiddetto Halloumi o Hellim (in lingua turca). Le due misure sono la registrazione del marchio Halloumi/Hellim/Χαλλούμι come denominazione di origine protetta (DOP) e la possibilità del prodotto DOP di oltrepassare la Green Line che divide l’isola di Cipro in due.
Cos’è lo Halloumi?
Probabilmente molti di voi si staranno chiedendo cosa sia lo Halloumi: beh troverete una risposta molto dettagliata nell’atto della Commissione europea 2015/C 246/12. Per spiegarlo brevemente, però lo Halloumi, le cui origini risalgono al VII secolo, è un formaggio a pasta semidura, che deve necessariamente essere prodotto con latte di pecora o capra, caglio e foglie di menta provenienti esclusivamente dall’isola. Oltre al suo valore culturale, il cosiddetto “oro bianco” è molto importante per l’economia cipriota, infatti le sue esportazioni hanno un valore di 224 milioni (fino al 2019, il maggior importatore era il Regno Unito che rappresentava il 53% dell’export totale).
Una lunga battaglia
La registrazione del marchio cipriota come DOP permette esclusivamente allo Halloumi cipriota di essere commercializzato nel mondo con questo nome. Questo è un traguardo di un lungo iter che ha avuto inizio nel 2015 con la proposta della Camera di Commercio turco-cipriota (KTTO). L’ultima battaglia riguardante l’Halloumi, risale al gennaio scorso: nel 2014 la Foundation for the Protection of the Traditional Cheese of Cyprus named Halloumi, si era opposta alla registrazione del marchio bulgaro “BBQLOUMI” dichiarando ci fosse un rischio di confusione sull’origine del prodotto, ma dopo varie sentenze, il 20 gennaio il Tribunale dell’Unione europea ha dichiarato l’inesistenza del rischio.
Halloumi e la “cheese diplomacy”
Lo Halloumi/Hellim è stato intitolato “formaggio peacebuilding” a dimostrazione del fatto che si spera fortemente che l’industria di Halloumi possa contribuire all’avvio di un processo di pace e di riunificazione tra le due zone dell’isola cipriota. Come ben sappiamo, infatti, Cipro è spaccata in due dalla Green Line, la linea di confine che separa la Repubblica di Cipro a sud, dalla Repubblica Turca di Cipro del Nord, occupata dalla Turchia dal 1974.
L’Unione europea ha attuato la cosiddetta “cheese diplomacy”, in quanto con il pacchetto adottato dalla Commissione è stato registrata come DOP sia la denominazione greca sia quella turca. Questa misura permette anche ai produttori di Hellim della Cipro turca di vendere il loro prodotto sul mercato UE e quindi di oltrepassare la linea di confine posta sotto la supervisione dall’ONU.
Una decisione non condivisa
La questione della registrazione DOP di entrambe le denominazioni del formaggio, ha chiaramente un significato politico e questo lo si nota anche nelle risposte, alquanto diversificate, che la decisione di Bruxelles ha ricevuto. Infatti, se da un lato il presidente della Repubblica di Cipro, Nicos Anastasiades ha espresso il suo entusiasmo in un tweet, dall’altra parte le autorità turche condannano le misure dell’UE come un chiaro tentativo europeo e greco-cipriota, di dominio della volontà politica di Cipro nord. Queste dichiarazioni, scaturiscono in particolare dal fatto che l’Unione europea ha stabilito che la produzione di Hellim nella zona nord di Cipro dovrà rispettare gli standard sanitari e di igiene europei, motivo per il quale gli stabilimenti produttivi saranno sottoposti a delle ispezioni di un’azienda privata, appositamente scelta da Bruxelles.
Inoltre l’apertura del mercato europeo ai produttori turco-ciprioti ha scatenato la furia dei produttori del sud che minacciano di fare ricorso alla Corte europea per i diritti dell’uomo; essi ritengono inammissibile permettere ad una sorta di “stato fantoccio”, riconosciuto soltanto dalla Turchia, di vendere il suo prodotto all’interno del mercato europeo.
Viste le reazioni diametralmente opposte, ad oggi risulta difficile pensare che la “cheese diplomacy” di Bruxelles sortisca l’effetto sperato, ma le istituzioni europee sono fiduciose del fatto che questo possa essere, anche se piccolo, un ulteriore passo verso la riunificazione delle due Cipro.