Covid-19

Covid-19: l’Europa e la sfida della sanità pubblica

Source: EC – Audiovisual Service

L’attuale periodo di crisi sanitaria, causata dal COVID-19, ha permesso che tornasse al centro della discussione politica, tanto a livello comunitario quanto a livello dei singoli Stati, il tema della sanità pubblica. È questo uno dei settori che negli anni, in particolare a partire  dal 2008, si è dovuto adeguare alla logica dei bilanci e dei vincoli europei. Come se, seguendo tale logica, la vita e la salute delle persone, potesse essere conteggiata al fine di migliorare o peggiorare il PIL nazionale.

La situazione della sanità in Italia

In particolare, in Italia, nell’ultimo decennio il definanziamento della sanità pubblica ha causato: “Un calo nel livello di assistenza: viene stimata una perdita di oltre 70.000 posti letto negli ultimi 10 anni, con 359 reparti chiusi, oltre ai numerosi piccoli ospedali riconvertiti o abbandonati. Non a caso i dati Ocse aggiornati al luglio 2019 dimostrano che l’Italia si attesta sotto la media, sia per la spesa sanitaria totale, sia per quella pubblica.” E a livello Europeo?

Salute: problematiche europee

Il trattato UE stabilisce che  la politica sanitaria è, di fatto, di competenza nazionale. Questo ha prodotto una asimmetria tra i vari Stati membri. Il direttore dei sistemi sanitari della Commissione Europea, Andrzej Rys, sostiene che a livello comunitario vi sia “una carenza di quasi un milione di operatori sanitari” e vi è inoltre, una discrasia sulle competenze acquisite dal personale medico su tutto il territorio dell’Unione Europea. Anche ridurre ai minimi termini la cosiddetta “fuga di cervelli”, che sta prendendo piede a livello internazionale, deve essere una priorità. Difatti sono numerosi i giovani medici ed infermieri che scelgono di trasferirsi in quei Paesi in cui le condizioni lavorative sono ottimali, gli stipendi più alti e la meritocrazia non è soltanto un ideale.

L’intervento dell’Europa

La Presidente della Commissione Ursula Von der Leyen ha affermato “stiamo facendo qualsiasi cosa per sostenere i lavoratori del settore sanitario”.

mentre, per l’Italia, in quanto paese più colpito dalla crisi dovuta all’epidemia, dichiara di attuare un intervento immediato da 25 miliardi per fornire liquidità alle imprese e impedire che il sistema sanitario vada in crisi. L’Italia ha i riflettori puntati: sarà da esempio per gli altri Stati europei in cui il virus si sta espandendo.

Il futuro della sanità europea

Non c’è più tempo per rimandare la questione su un sistema fragile come quello sanitario. A tal proposito la Commissione europea ha il compito di intervenire per discutere di queste tematiche al fine di permettere una corretta organizzazione delle strutture e delle risorse umane. L’obiettivo è quello di fornire sostegno alle autorità nazionali e di promuovere un sistema sanitario sempre più integrato e coordinato: maggiore accesso al servizio sanitario, riorganizzazione delle strutture, fornitura di tecnologie sempre più all’avanguardia, adeguamento salariale in tutta Europa. Un’ultima proposta potrebbe essere la costituzione di un concorso unico di accesso per gli operatori sanitari. Questo permetterebbe un maggiore coinvolgimento di tutti gli attori europei e, di conseguenza, un adeguamento delle strutture stesse in modo da rendere la qualità delle prestazioni sanitarie identiche in tutta Europa.

Giorgio Motolese, Sara D’ambrosi, Michela Doti, Zarina Gafurova

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