Countdown per l’UE: 10 giorni per sanare la spaccatura

Spaccatura all’interno dell’Europa. Nulla di fatto dopo la riunione in videoconferenza dei capi di Stato e di governo dell’Unione europea che si è tenuta giovedì 26 marzo. Il Presidente Giuseppe Conte e il Premier spagnolo Pedro Sanchez bloccano la bozza di conclusioni preparata dall’Unione Europea: al suo interno, secondo Italia e Spagna, non vi sono riferimenti né al Meccanismo di stabilità né all’utilizzo degli Eurobond, come era stato precedentemente richiesto dagli Stati membri impegnati nella crisi sanitaria.
La spaccatura all’interno dell’Europa
I Ventisette hanno deciso di chiedere ai ministri delle Finanze di presentare loro nuove proposte entro 14 giorni. Ad appoggiare la decisione italo-spagnola ci sono anche Francia, Portogallo, Grecia, Irlanda, Lussemburgo, Slovenia e Belgio che il 25 marzo hanno firmato una lettera rivolta al Presidente del Consiglio europeo.
Tutti insieme contro il fronte del nord costituito da: Olanda, Germania, Austria, Finlandia e il blocco dei paesi dell’est, contrari a condividere i rischi finanziari ed economici a cui la crisi sta andando incontro. Una vera e propria guerra a cui nessuno era preparato.
A causa di questa scissione interna, la proposta da parte di Italia e Spagna è quella di delegare la decisione finale ai cinque Presidenti delle istituzioni: Ursula Von Der Layen per la Commissione Europea, Charles Michel per il Consiglio Europeo, Mario Centeno per l’Eurogruppo, Christine Lagarde per la BCE ed il Presidente dell’Europarlamento, David Sassoli.
La posizione italiana
L’Italia ci tiene a precisare che ciascun Stato terrà conto del proprio debito pubblico e Conte lancia un messaggio chiaro “qui si tratta di reagire con strumenti finanziari innovativi e realmente adeguati a reagire a una guerra che dobbiamo combattere insieme per vincerla quanto più rapidamente possibile. Una risposta forte ed adeguata la dobbiamo ai nostri cittadini e in definitiva alla stessa Europa. Che diremo ai nostri cittadini se l’Europa non si dimostra capace di una reazione unitaria, forte e coesa di fronte a uno shock imprevedibile e simmetrico di questa portata epocale? Come si può pensare che siano adeguati a questo shock simmetrico di così devastante impatto strumenti elaborati in passato, che sono stati costruiti per intervenire in caso di shock asimmetrici con riguardo a tensioni finanziarie riguardanti singoli Paesi? Se qualcuno dovesse pensare a meccanismi di protezione personalizzati elaborati in passato allora voglio dirlo chiaro: non disturbatevi, ve lo potete tenere, perché l’Italia non ne ha bisogno! Le conseguenze del dopo covid-19 vanno affrontate non nei prossimi mesi ma domani mattina”.