L’Italia verso le elezioni europee: programmi, sondaggi e scenari futuri
L’Italia si avvicina all’appuntamento elettorale europeo del 26 maggio presentando al proprio elettorato ben 17 liste, che racchiudono altrettante proposte per il futuro dell’Europa. Mentre i sondaggi avanzano le ipotesi sulla futura composizione del Parlamento europeo, analizziamo brevemente obiettivi comuni e differenze tra le principali liste candidate.
L’Europa oltre l’austerity
Il settore che registra la maggiore convergenza di idee è quello economico: disegno comune è un sistema tributario più equo e vicino ai cittadini ed il superamento del regime di austerity. Il M5S porta avanti l’idea di adottare una direttiva che imponga agli Stati membri l’introduzione del salario minimo garantito; la Lega propone invece un “ritorno alle origini” ricostituendo una Comunità Economica pre-Maastricht che favorisca la sovranità monetaria dei vari paesi. Concentrati sulla valorizzazione del “made in Italy” sono Forza Italia e Fratelli d’Italia. Quest’ultimo ha però un’idea di Confederazione di Stati Europei Sovrani, diversa dagli Stati Uniti d’Europa proposti invece da +Europa e Italia in Comune.
La sfida delle migrazioni
Dibattuto è il tema immigrazione. Dalla proposta del M5S di introduzione di quote di ridistribuzione obbligatoria, passando per una visione di un’Europa più accogliente del PD, fino al Piano Marshall per l’Africa ideato da Forza Italia. E ancora: la creazione di canali di arrivo legali e sicuri e programmi di inserimento nella società civile e nel mondo del lavoro nei programmi di +Europa e Italia in Comune. Singolare, infine, la proposta del M5S di un sistema bicamerale per il Parlamento Europeo.
Gli ultimi sondaggi
Gli ultimi sondaggi sulle intenzioni di voto degli italiani vedono la Lega come primo partito. Tuttavia, per la prima volta da mesi si registra un calo di gradimento: i leghisti otterrebbero ora il 31,4% (rispetto al 32,2% di fine marzo e al 33,3% di fine febbraio). In lieve risalita, invece, il Movimento 5 Stelle che inverte il trend in calo delle prime tre rilevazioni (rispettivamente 25,7% il 18 febbraio, 24,3% a fine febbraio e 20,9% a fine marzo). In base alle ultime previsioni, infatti, il M5S si fermerebbe ora al 21,5%, staccando di un punto e mezzo il PD che, avanzando dal 16,9% sembra ora superare la soglia del 20%. Nel centrodestra, dietro la Lega, si posiziona Forza Italia di cui si prevede un risultato di poco inferiore all’8%. Tra i partiti che si batteranno per superare la soglia di sbarramento al 4%, troviamo invece Fratelli d’Italia (al 6%). Le previsioni per il blocco del centrosinistra appaiono invece deludenti soprattutto per La Sinistra (lista unitaria di Sinistra Italiana, Rifondazione e altri movimenti), mentre +Europa potrebbe configurarsi come l’unica forza in grado di superare la soglia di sbarramento.
I possibili scenari sui rapporti di forza
Nel giugno del 1979 si tennero le prime elezioni internazionali della storia e della stessa Comunità europea, che ravvisarono la vittoria dal gruppo Socialista seguito dai Popolari. Per la prima volta, oggi sembrano prospettarsi scenari ben diversi da quelli di quarant’anni fa, con l’eventualità che i seggi dei due gruppi non raggiungano la maggioranza. Sulla base di recenti proiezioni e tra le ipotesi più considerabili, a farsi strada è l’idea di un’alleanza tra socialisti, popolari e liberali, senza però scartare quella di un’asse socialisti, sinistra europea, liberali e verdi. D’altro canto, meno realizzabile risulta essere l’alleanza tra popolari e sovranisti, come nei giorni scorsi ha voluto sottolineare Manfred Weber, Spitzenkandidat del Partito Popolare Europeo.
Dal sondaggio realizzato dall’Istituto Demos, emerge come gli italiani siano ancora indecisi (due italiani su tre). La Lega di Matteo Salvini sembra però aver risentito negli ultimi giorni di uno stallo del suo incremento; mentre i 5 Stelle (pur avendo perso 10 punti percentuali dalle politiche) contano sul 23% delle preferenze superando di 2 punti il PD (20,4%). Seguono Forza Italia e Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni.
Uno sguardo al precedente appuntamento elettorale
Aspettando i risultati del 26 maggio, ricordiamo come sono andate le precedenti elezioni europee.
Nel 2014 in Italia l’affluenza alle urne raggiunse il 57,22%. Nonostante il netto calo registrato negli ultimi anni, se confrontato con la media europea del 42,61%, fu considerato un buon risultato. Il nostro Paese si posizionò tra i primi posti in termini di partecipazione. Sul piano dei risultati conseguiti dai partiti, le precedenti elezioni segnarono un vero e proprio trionfo del Partito Democratico, che riuscì ad affermarsi come primo partito nella quasi totalità delle province in Italia. La lista guidata da Matteo Renzi e schierata con i Socialisti in Europa ottenne 31 seggi con il 40.8% dei consensi. Il Movimento 5 Stelle seguì subito dopo con il 21.1% e 17 seggi confluiti nel gruppo EFDD (Europa della Libertà e della Democrazia Diretta) guidato da Nigel Farage.
Il partito guidato da Silvio Berlusconi subì un forte ridimensionamento, ottenendo il 16.8% dei consensi elettorali con 13 seggi conquistati a fianco del Partito Popolare Europeo. Al quarto posto la Lega Nord, che riuscì ad eleggere 5 parlamentari con il 6.2%. A superare la soglia di sbarramento del 4% per accedere alla ripartizione dei seggi furono anche le liste NCD-UDC guidato da Angelino Alfano e L’Altra Europa con Tsipras, che ottennero 3 seggi ciascuno.
Quel che è certo è che negli ultimi 5 anni gli equilibri tra gli attori politici sono mutati drasticamente. La ripartizione dei seggi italiani in Europa, tradizionalmente legata a forze partitiche tradizionali, vedrà una composizione notevolmente cambiata. Resta da chiedersi se l’ingresso di nuovi protagonisti in Europa sarà così rilevante da riuscire a mutare gli equilibri e i rapporti tra i gruppi nel Parlamento Europeo consolidati da decenni.