Enzo Moavero Milanesi: proposte per rinnovare l’Europa

Il Ministro degli Esteri italiano, Enzo Moavero Milanesi, ha aperto l’edizione 2019 del The state of the Union, il festival sullo stato dell’Unione, organizzato dall’Istituto universitario europeo (EUI), che dal 2 al 4 maggio ha reso Firenze il centro della politica europea. Il tema di questi tre giorni è stato “La Democrazia del 21esimo secolo in Europa” ed ha posto l’attenzione sul funzionamento democratico dell’Unione Europa, sugli Stati membri nella loro capacità di rispondere alle aspirazioni e ai bisogni delle generazioni future, le fake news, l’immigrazione, il mercato unico e chiaramente le prossime elezioni europee in programma dal 23 al 26 maggio.
Obiettivi in linea con le aspettative dei cittadini
Il Ministro degli Esteri italiano, con il suo intervento, ha sottolineato come negli anni è mancata la lungimiranza che ha caratterizzato i leader di razza, quella lungimiranza che avevano i leader degli anni ’50, per cui l’Unione non è stata in grado di cambiare quando era il momento necessario. Ritiene, inoltre, che “l’Europa possa avere successo solo se individua obiettivi in sintonia con le aspettative dei cittadini e ben spiegabili ai medesimi … e se li garantisce con un calendario di azioni precise e concrete, nel quadro di linee definite di ripartizione delle competenze tra Unione e Stati”.
Cinque proposte per il futuro dell’Europa
A tal fine, egli, ha avanzato cinque proposte volte a rispondere alle esigenze manifestate dai cittadini europei e ad accentuare la rappresentatività democratica dell’Unione al fine di imprimere un vero cambiamento. In particolare:
- Potere di iniziativa legislativa al Parlamento europeo: una prerogativa fondamentale di ogni assemblea eletta democraticamente è l’attribuzione al Parlamento europeo di un potere di iniziativa legislativa. Tale attribuzione non richiede necessariamente una modifica dei Trattati, ciò potrebbe avvenire attraverso un apposito accordo inter-istituzionale.
- Commissione davvero politica: la coerenza politica nei confronti del cittadino elettore imporrebbe che la composizione della nuova Commissione riflettesse effettivamente – come accade sempre nei Parlamenti nazionali – la coalizione politica di maggioranza, quale uscirà dalle urne.
- Iniziativa del Parlamento europeo per creare nuove risorse proprie per il bilancio Unione: il Parlamento europeo ha anche le funzioni di autorità di bilancio dell’Unione. Questo dovrebbe assumere l’iniziativa politica di promuovere la creazione di nuove ‘risorse proprie’ per il bilancio UE, al fine di aumentarne la portata, senza gravare sui versamenti degli Stati membri (e dunque dei loro contribuenti).
- Politica europea per le migrazioni: occorre proporre un quadro legislativo compiuto, non limitato alle sole norme in materia di asilo, e articolato su tre misure base: (1) punti di informazione e assistenza nei paesi di partenza dei migranti e nei paesi di transito, in grado di individuare già lì chi ha diritto all’asilo ; (2) fondi per investimenti che migliorino le condizioni socio-economiche e formino dirigenti democratici nei paesi da cui partono i migranti (un grande ‘Piano per l’Africa’), scongiurando le partenze; (3) un sistema strutturato di rapida distribuzione fra gli Stati membri dei migranti che arrivano in Europa, in maniera da ripartire gli oneri complessivi relativi fra più Stati (per es. verifica dell’identità, riconoscimento dell’asilo, rimpatri, ecc.).
- Reale politica estera comune: spesso il ruolo dell’Unione o dell’Alto Rappresentante in scenari di crisi è minimo o addirittura assente. La ragione sta nel fatto che i meccanismi decisionali prevedono l’unanimità per ogni decisione di rilievo e quindi una totale convergenza tra i governi. I governi nazionali, quindi, devono trovare un accordo affinché, in seno al Consiglio, le decisioni si possano prendere a maggioranza qualificata nel quadro di una vera politica estera europea di sicurezza e di difesa comune.
Riforme vicine ai cittadini
Tali proposte chiaramente richiedono difficili trattative tra gli Stati membri volte a porre in essere accordi che potrebbero imprimere un cambiamento importante all’Unione dal punto di vista democratico e decisionale al fine rendere l’organizzazione più vicina al cittadino europeo. Infatti, come ha sottolineato il Ministro Moavero Milanesi “quanto più lungo sarà il tempo perso prima di avviare una stagione di vere riforme istituzionali europee, tanto più grave sarà la perdita di sostegno dei cittadini all’Unione, e dunque la profondità del vulnus democratico”.