Techplomacy: nuova frontiera d’azione esterna?

« We’ve been too naïve for too long about the tech revolution. We need to make sure that democratic governments set the boundaries for the tech industry – and not the other way around. That’s where the
Danish TechPlomacy initiative comes in. » Jeppe Kofod, Ministro degli Affari Esteri danese.
Cos’è la TechPlomacy
Con Technological Diplomacy o, più semplicemente, TechPlomacy, si intende un moderno settore della politica internazionale basato sulle nuove frontiere della tecnologia e della digitalizzazione volto fondamentalmente a gestire in maniera innovativa numerosi campi strategicamente rilevanti, a partire dalla sicurezza.
La Danimarca è stato il primo al mondo a istituire dei veri e propri rapporti diplomatici con i più importanti hub tecnologici del pianeta, accreditando il pioneristico ambasciatore Casper Klynge presso la Silicon Valley e istituendo altre “ambasciate tech” su suolo cinese, principalmente a Pechino. Ripensando la diplomazia e trascendendo le frontiere, le ambasciate tech si occupano quotidianamente di temi quali la cyber security e la disinformazione, la lotta al terrorismo online e le conseguenze della diffusione di determinate fake news, così come la protezione della privacy sul Web, lo sviluppo di intelligenze artificiali responsabili e anche data ethics.
Le iniziative e gli obiettivi del Governo danese
Lo scopo della Danimarca è quello di gestire tre tendenze fra loro interconnesse: i cambiamenti della società dovuti al boom della digitalizzazione; la sempre più grande e pervasiva influenza – anche politica – che le tech companies hanno; la concomitanza della diffusione e dello sviluppo delle tecnologie digitali con la nascita di nuovi attori geopolitici globali non – statali. Proprio all’inizio del 2021, il Ministro degli Affari Esteri danese ha reso noti gli obiettivi che mettono in luce le priorità dell’azione della TechPlomacy: la responsabilizzazione delle piattaforme digitali, cyber security e lo studio e la creazione di nuove policies volte a gestire e contenere i rischi che la digitalizzazione avrebbe nei confronti della democrazia.
UE e TechPlomacy: un nuovo strumento per le relazioni esterne
Una delle prime iniziative di Klynge in qualità di ambasciatore tech sarà proprio quella di far visita alle istituzioni europee per chiedere lo stanziamento di fondi per esplorare questo campo della politica internazionale anche a livello di Unione in quanto tale. In effetti, non bisogna sottovalutare questa iniziativa: potrebbe essere una valida e geopoliticamente significativa mossa per l’UE, da tempo surclassata e messa in ombra dalle grandi multinazionali tecnologiche di USA e Cina.