Discariche illegali in Italia: la risposta della Commissione
Lettera di messa in mora per l’Italia in materia di discariche
L’8 aprile 2022 la Commissione europea ha avviato la prima fase del processo di infrazione, inviando all’Italia una lettera di messa in mora per la questione delle discariche. La lettera invita l’Italia a rispettare la direttiva sulle discariche emanata nell’aprile 1999, che introduce alcuni standard volti a prevenire i possibili effetti negativi sulla salute umana, sull’acqua, sul suolo e sull’atmosfera. Si tratta dell’ultimo episodio di lunga storia iniziata diversi anni fa e che ha già visto l’intervento di alcune istituzioni europee, tra cui la Commissione Europea e la Corte di giustizia dell’Unione Europea.
Dalla direttiva europea alla Corte di Giustizia
Tutto inizia con la direttiva 1999/31/CE del 26 aprile 1999 relativa alle discariche di rifiuti in cui sono previste una serie di norme che mirano a disciplinare le discariche «che abbiano ottenuto un’autorizzazione o siano già in funzione al momento del recepimento della presente direttiva». Secondo la normativa in questione tutti gli Stati membri dell’Unione Europea avrebbero dovuto provvedere alla chiusura di tutte le discariche non conformi ai rigidi requisiti previsti al suo interno o alla disposizione di adeguati “piani di riassetto del sito” che consentissero loro di continuare a ricevere rifiuti e di procedere al loro smaltimento in totale sicurezza. La normativa, il cui termine di recepimento era fissato entro il 16 luglio 2001, imponeva a tutti gli Stati membri dell’Unione Europea il raggiungimento di tutti questi obiettivi entro e non oltre il 16 luglio 2009.
Non solo l’Italia ha recepito la normativa in ritardo, ma ha anche ignorato il termine fissato per il raggiungimento degli obiettivi: nel settembre 2009 la Commissione europea ha rilevato la presenza di oltre 180 discariche non ancora conformi alla disciplina dettata dalla normativa. Nel primo triennio del 2012, vista l’assenza di cambiamenti, la Commissione Europea ha inviato una lettera di messa in mora all’Italia, avviando di fatto una fase di contenzioso e sottoponendo la questione all’attenzione della Corte di giustizia. Con una sentenza pronunciata il 21 marzo 2019, la Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha sottolineato come l’Italia non fosse riuscita a stabilire la chiusura o il ripristino di ben 44 discariche che, pur non essendo conformi alle disposizioni previste nella direttiva relativa alle discariche di rifiuti, erano ancora operative sul territorio italiano. In questi ultimi tre anni i lavori di verifica della Commissione Europea sono andati avanti e hanno accertato che, nonostante siano state chiuse ben 32 discariche, l’Italia non sia riuscita ancora una volta a rispettare il contenuto della direttiva, non avendo provveduto allo smantellamento o al risanamento delle restanti 12.
L’ultimatum della Commissione europea
A distanza di 12 anni dalla prima lettera di messa in mora inviata all’Italia per “la mancata bonifica o chiusura di 44 discariche che costituiscono un grave rischio per la salute umana e l’ambiente”, ad aprile 2022 la Commissione Europea ha spedito all’Italia una nuova lettera, che formalmente costituisce il primo passo per una procedura di infrazione europea. Nella lettera si concede all’Italia un periodo di tempo pari a due mesi per porre definitivamente fine alla questione, provvedendo alla chiusura o al ripristino dei 12 siti in questione. Nel caso in cui il nostro Paese non riuscisse ad adeguarsi al contenuto della direttiva entro i mesi previsti, la Commissione Europea potrebbe decidere di sottoporre nuovamente la questione all’attenzione della Corte di Giustizia.