Kazakistan-UE: nuovi accordi all’orizzonte
Nonostante la crisi pandemica, l’UE continua ad implementare le sue relazioni internazionali con partner ritenuti sempre più appetibili. Uno tra questi è sicuramente il Kazakistan, tassello chiave di una strategia geopolitica più ampia che comprende l’Asia centrale.
Il Consiglio di cooperazione euro-kazaco
Il 10 maggio 2021 si è tenuto a Bruxelles il diciottesimo Consiglio di cooperazione euro-kazaco. L’incontro è stato presieduto da Augusto Santos Silva, Ministro degli Affari Esteri del Portogallo mentre la delegazione del Kazakistan è stata guidata da Mukhtar Tileuberdi, Vice Primo Ministro e Ministro degli Affari Esteri della Repubblica del Kazakistan.
Il principale obiettivo dell’incontro è stato quello di esaminare il grado di attuazione dell’accordo di partenariato e cooperazione rafforzato (EPCA), entrato in vigore il primo marzo 2020. Dopo aver constatato i notevoli progressi, nel Consiglio si è colta l’opportunità per affrontare le questioni legate al buon governo, alla promozione e protezione dei diritti umani nonché ai rapporti con la società civile. Inoltre, ritorna centrale il tema dei visti e della richiesta kazaca di liberalizzare gli stessi.
Poche ore prima si è svolta in modalità telematica una conferenza organizzata dal Berlin Eurasian Club, un’associazione di imprese prevalentemente tedesche e kazake. All’evento ha partecipato anche Günther Oettinger, ex vicepresidente della Commissione europea, il quale ha espresso con vigore la necessità di elevare ulteriormente le relazioni kazako-europee.
L’UE non transige sui diritti umani e la tutela dell’ambiente
Esaminando lo status quo, non tutto procede come l’Unione auspicherebbe: sulla tutela dei diritti umani e dell’ambiente il Kazakistan deve compiere alcuni ineludibili progressi e raggiungere risultati tangibili.
Nel febbraio 2021 infatti il Parlamento europeo, con una risoluzione ha accusato la mancanza di libertà di informazione dei media e le gravose lacune nel rispetto dei diritti umani, chiedendo il rilascio immediato di alcuni prigionieri politici. Nonostante membri del Parlamento kazako abbiano provato a sminuire la veridicità della risoluzione, l’UE non trascende: ha pertanto sottolineato l’importanza dell’indipendenza degli avvocati, della libertà di espressione, di riunione e associazione, dell’indipendenza e del pluralismo dei media. Alcuni progressi sono stati già attuati, ne dà esempio la recente ratifica da parte del Kazakistan del secondo protocollo opzionale al Patto internazionale sui diritti civili e politici.
Anche la transizione ecologica è una prerogativa per lo sviluppo delle relazioni kazako-europee. È prevista una Conferenza UE-Kazakistan il 3 giugno, a Nur-Sultan, e un lavoro congiunto verso la COP26 sul clima, alla luce dell’impegno del presidente Tokayev affinché il Kazakistan diventi a impatto zero entro il 2060.
Kazakistan in dati e geopolitica europea in Asia centrale
Ad oggi la Commissione europea afferma che il rapporto dell’UE con l’Asia centrale in generale e il Kazakistan in particolare “non è mai stato così forte o migliore”.
Innanzi tutto, è interessante sottolineare che l’UE rappresenta il primo partner commerciale per il Kazakistan. Nel 2020, nonostante la crisi pandemica, lo scambio commerciale tra i due ha superato i 18 miliardi di euro. Il Kazakistan a sua volta rimane il principale partner commerciale dell’UE in Asia centrale. Negli ultimi 15 anni il 44% del capitale straniero investito in Kazakistan proveniva dall’UE.
Ma c’è dell’altro: per comprendere a pieno il progressivo interessamento per il Kazakistan e per la regione dell’Asia centrale non si può prescindere dal ruolo strategico del detto territorio. L’UE sta tentando di costruire nuovi corridoi in contrapposizione alla Belt and Road Initative cinese, non solo con infrastrutture, ma anche promuovendo riforme interne quali la modernizzazione economica, la promozione della produttività sostenibile, i contatti digitali e umani, attraverso le proprie competenze.